GUARDIAREGIA

La storia di Guardiaregia, sebbene avvolta dall'incertezza delle date esatte, affonda le sue radici nel popolo Sannita, antica civiltà che dominava l'area circostante l'Appennino del Matese. Quando Roma sottomise questa regione, il Sannio divenne la quarta regione dell'Impero sotto l'imperatore Augusto.


Successivamente, con l'arrivo dei Longobardi in Italia, il Sannio si trasformò nella quattordicesima provincia delle 28 in cui l'Italia fu divisa. Nel 1860, con l'incorporazione del Sannio nel Regno d'Italia, Guardiaregia entrò a far parte del quadro nazionale, partecipando agli avvenimenti e alle ansie della Patria.


Durante il periodo compreso tra il XII e il XVII secolo, il toponimo del paese era "Guardia di Campochiaro". Durante questo periodo, il paese fu feudo della famiglia Pandone, venduto successivamente ai di Capua e ai Franco. Dopo un breve periodo come terra regia, divenne proprietà dei Giacomo e Pietro Sampogna, rimanendo tale fino all'abolizione della feudalità.


Lirregolare forma geometrica del centro urbano di Guardiaregia si adagia ai piedi della quasi gigantesca piramide costituita da Monte Capraro, separata da essa dalla voragine chiamata "Prece". Questa frattura, formatasi nel periodo alluvionale dell'ultima era geologica, testimonia ancora oggi l'attività geologica e la presenza dell'uomo sulla terra.


Circondato da vaste distese boschive di querce, faggi e cerri, il paese offre paesaggi mozzafiato ed escursioni da non perdere: sentiero dei “Tre Frati”, gole del torrente Quirino, Cascata di San Nicola. Luoghi come la chiesetta di San Nicola a Tremonti, le Grotte Rumita sul fianco del Monte Capraro e Campitello di Guardiaregia, con la sua vista panoramica sulle valli del Biferno e del Tammaro, rappresentano delle vere e proprie perle naturali.


Infine, la tradizionale lavorazione dell'argilla, testimoniata dalla rinomata produzione dei tegami e delle ciotole dei "pignatari" di Guardiaregia, rappresenta una parte importante della storia e della cultura locale.