Petacciato

Centro del litorale adriatico, Petacciato gode di un panorama mozzafiato che va dal promontorio del Gargano ai monti della Majella. Il paese, con i suoi 3.700 abitanti, è il più piccolo dei centri della costa molisana ma è tra i più importanti dal punto di vista naturalistico. La sua spiaggia di sabbia chiara e finissima, poco antropizzata, si allunga per parecchi chilometri in una distesa di natura incontaminata. A rendere Petacciato una piccola meraviglia sono però le sue dune, caratteristico paesaggio della macchia mediterranea, tra le più affascinanti di tutto il litorale che vi faranno pensare di trovarvi molto distanti dall’Adriatico. Tra le dune, in un ambiente tutelato e selvaggio, nidificano uccelli rari quali il Fratino e il Cavaliere d'Italia. Le spiagge di Petacciato offrono anche un refrigerio naturale, che soprattutto nella calda estate si rivela prezioso: la pineta, che per due chilometri separa il mare dalla strada e avvolge le spiagge con i suoi pini marittimi a ombrello, concedendo ombra di giorno e profumando di eucalipto e resina le sere. Davanti alla pineta il mare offre il meglio di sé. Con la sua acqua cristallina e i fondali bassi e soffici, Petacciato si rivela una scelta ottima anche per i bambini. La spiaggia, sebbene poco antropizzata, non manca dei servizi e dei comfort necessari per tutte le esigenze. Negli ultimi anni è stata installata l'area OmbrAmica, dedicata ai diversamente abili. La spiaggia, il mare, le bellezze naturali non sono però il suo unico punto di forza. La storia di Petacciato, infatti, è molto antica e allo stesso tempo incerta. In passato conosciuto con i nomi di "Petazio", "Betavium", "Pitacciata", in epoca preromana fu occupato dai Frentani. Subì gli assalti dei Goti (V secolo), dei Bizantini (VI secolo), dei Longobardi (VII secolo). Le invasioni barbariche, più verosimilmente quella da parte dei Longobardi, furono secondo gli studiosi anche la causa della fine di Buca (o Buba), un tempo una città costiera dotata di un importantissimo porto, poi misteriosamente inghiottita dalle acque dell'Adriatico. L'esatta ubicazione dell'Atlantide dell'Adriatico è ancora avvolta nel mistero, molte fonti storiche comunque la collocano proprio a Petacciato. Nella sua lunga e travagliata storia Petacciato ha vissuto anche il dominio dei D'Avalos, una nobile famiglia napoletana che contribuì notevolmente a ridare al paese uno sviluppo economico, sociale, culturale e religioso. La principessa Ortensia D'Avalos, in sposa al duca Giovanni Quarto di Belgioioso dal quale non ebbe figli, visse a Petacciato tra le mura del Palazzo Ducale, che spogliò dall'architettura e dagli arredamenti medievali per conferirgli l'aspetto di un elegante palazzo signorile. Petacciato, nonostante la sua millenaria storia, è divenuto un Comune autonomo soltanto nel 1923, distaccandosi da Guglionesi. Molti furono anche gli insediamenti religiosi presenti sul territorio. Sono ancora visibili alcuni resti del Monastero e dell'annessa Chiesa di San Paolo, in prossimità dell'attuale tomba di San Nicola, proprio in quel Monastero visse e fu seppellito uno dei più illustri cittadini di Petacciato, Sant'Adamo. Di tutti gli insediamenti religiosi, però, l'unico arrivato fino ai giorni nostri è la "vecchia" chiesa di San Rocco oggi conosciuta come chiesa di Santa Maria, situata nel centro storico e costruita tra il XI e il XIII secolo. Centenarie sono anche le sue tradizioni, legate prevalentemente alla devozione dei petacciatesi. Una su tutte, quella più longeva e più sentita è quella de "Lu Sant'Antonje", una rappresentazione cantata delle tentazioni subite da Sant'Antonio Abate, che si tiene ogni 16 Gennaio al "calar del sole".