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Via Francigena del Sud (San Vittore)

Premessa
Il tracciato proposto è individuato in base alle notizie storiche riguardanti il tratto molisano della Via Francigena, che unisce le realtà del Lazio, con i capisaldi di San Vittore del Lazio (Fr) e San Biagio Saracinisco (Fr), ai percorsi di Puglia e Campania.
Tale variante, quindi, si ricollega sul versante laziale alla Via Francigena del Sud direzione Via Latina, che passando per Cassino giunge a San Vittore del Lazio e all’altra diramazione, che, passando per Atina, Villa Latina e San Biagio Saracinisco, giunge ai limiti del Molise e Campania. Entrambi i tracciati provengono dalla direttrice principale che parte da Roma e si divide in due rami a Frosinone in direzione del gruppo delle Mainarde.
Il cammino, di facile transitabilità, permette la frequentazione in ogni periodo dell’anno, evitando incontri con la viabilità veicolare. Si sviluppa attraverso sentieri e piste fra la folta vegetazione di farfaracci e all’ombra degli ontani e delle grandi latifoglie.
Obiettivi
Il cammino è stato individuato in modo da toccare lungo il percorso non solo i borghi e i centri storici, ma anche ambienti naturali di grande valore e legati alla civiltà agricola e della transumanza. Gli uliveti con alberi monumentali e centenari nella piana di Venafro e i boschi di latifoglie fanno da cornice alle numerose presenze architettoniche di Castelli e Chiese presenti lungo il percorso.
Testimonianze storico- culturali e architettoniche
Lungo il percorso sono presenti traccie di viabilità di epoca romana, tratti di viabilità medioevale ben conservati, teatri di epoca romana, resti di ponti per attraversamenti fluviali, centri storici medievali, stazioni di posta, chiese e conventi, numerose testimonianze minori diffuse lungo tutto il tracciato, cinte di epoca preromana e sannita.
Paesi attraversati
N. 16 con oltre 60.000 abitanti.
Lunghezza del percorso
Km 90.
Località attraversate
Il tracciato, ben individuato, è percorribile in ogni periodo dell’anno ad eccezione del breve tratto che attraversa le Mainarde provenendo da San Biagio Saracinisco.
La descrizione viene effettuata partendo dai punti terminali del Lazio, San Biagio Saracinisco (Fr) e San Vittore del Lazio (Fr), a confine con il Molise in direzione della Puglia e della Campania, per poi unirsi verso Isernia.
Da San Biagio Saracinisco si giunge al confine con il Molise con sentieri che toccano Cardito e Cardito Vecchio, di cui rimangono poche tracce, sino al passo che conduce a Cerasuolo, borgo appartanente a Filignano (Is), attraversando il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Sentiero presso Filignano (IS)
Da Cerasuolo si raggiunge Colli al Volturno utilizzando un antico tracciato, secondo alcuni storici e studiosi della materia, di epoca sannitica e romana, che collegava i territori attraversati dal corso superiore del Volturno con quelli laziali, protetto dalla poderosa cinta sannitica su monte San Paolo, ritenuto da alcuni studiosi l’antica Aquilonia.
Si supera il Volturno in corrispondenza del Mulino idraulico Raddi, dove il fiume è stretto fra pareti di roccia, con ponticello in pietrame. Si giunge così alla valle dell’abitato di Colli al Volturno, antico borgo fortificato, per proseguire in direzione di Fornelli, classificato uno dei borghi più belli d’Italia e dirigersi verso Macchia di Isernia con tracciato sulla sponda destra del torrente Vandra, attraverso un terittorio caratterizzato da un paesaggio rurale con campi coltivati e irrigati con antiche canalizzazioni in terra.
A Macchia di Isernia proviene l’altro tratto che parte da San Vittore del Lazio, raggiunge San Pietro Infine, propaggine della provincia di Caserta, con i resti dell’intero borgo distrutto dalla ultima guerra mondiale posto sulla “linea Gustav” e, utilizzando un tracciato della antica Via Latina, giunge al confine isernino presso il valico delle Tre Torri. Venafro si raggiunge percorrendo un breve tratto dell’antico tracciato, superando le frazioni di Vallecupa e Ceppagna e attraversando gli estesi uliveti ora tutelati con il Parco degli Ulivi.
Venafro città famosa già in epoca romana di cui conserva teatro e anfiteatro (Il Verlasce) oltre a numerose Chiese.
Il tracciato prosegue verso Pozzilli, anch’esso famoso per la produzione di olio, superando il torrente Rava, e continua su stradine interpoderali all’abitato di Santa Maria Oliveto, splendido borgo fortificato di cui si conserva l’intera cinta di epoca medioevale e continua, attraverso stradine di campagna, per raggiungere il vicino borgo di Roccaravindola, appollaiato su uno sperone roccioso, da cui si domina la sottostante piana, da Venafro a Macchia di Isernia, e si ammira, di fronte, il massiccio del Matese isernino, con il centro storico di Monteroduni e lo stupendo Castello Pignatelli di età medievale. Da qui, si scende per superare il corso d’acqua del Volturno e giungere a Macchia di Isernia ,altro borgo ben conservato dominato dal poderoso Palazzo baronale.
Isernia è facilmente raggiungibile con un tracciato pianeggiante fra campi coltivati in piccoli appezzamenti a orti su tracciati di epoca romana, infatti si attraversa la zona archeologica della Quadrella e si supera il fiume Cavaliere, in corrispondenza dei resti del ponte Giovenale. Poco dopo, dalla antica taverna Rufo, si sale all’abitato di Isernia, percorrendo la lunga e stetta strada con ai lati i palazzi nobiliari per uscirne a prendere, nei pressi del Museo Paleontologico sede dei ritrovamenti con il paleo-suolo, il Tratturo “Pescasseroli-Candela”, che conduce a Pettoranello di Molise posto in posizione strategica.
Si prosegue, poi, fino ad incontrare il Santuario di Castelpetroso, innestandosi sul Cammino che dalla Basilica Minore dell’Addolorata giunge a Cercemaggiore.

die Bühnen der Strecke

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Tappa 2: Venafro - Isernia
Venafro-Santa Maria Oliveto
Da Venafro, lato ovest, si imbocca la stradina che indica Conca Casale, ma dopo il primo tornante si prende sulla destra la stradina (Via Croce di Pozzilli) che prosegue, ai piedi di Monte S. Croce, in direzione di Pozzilli, anch’esso importante centro per la produzione di olio, si incrocia Via Maiella e proseguendo sulla Strada Comunale per Venafro in direzione di Pozzilli, si supera il cimitero di Pozzilli e di seguito si oltrepassa il torrente Rava con un bel ponte di recente costruzione.
Dalla piazzetta si scende lungo il corso principale (Via Roma) e dopo aver incontrato il municipio al bivio in basso si imbocca via Francesco Crispi al termine della quale inizia la strada di bonifica Triverno che proseguendo con andamento perfettamente pianeggiante incrocia Via dell’Elettronica, dove si gira sulla sinistra, la si percorre per circa 200 metri, poi si incontra la strada comunale Pozzilli, sulla destra, transitandovi per circa 400 metri, incrociando la strada provinciale che sale senza grosse pendenze al borgo di Santa Maria Oliveto, splendido borgo fortificato de quale si conserva l’intera cinta con torri di epoca medioevale.
Santa Maria Oliveto-Roccaravindola bassa
All’inizio dell’abitato del borgo di Santa Maria Oliveto, dopo la chiesa di S.Maria delle Grazie, si gira sulla sinistra (Via Cannavine) e immediatamente dopo l’area sportiva si imbocca sulla destra la strada Comunale Roccaravindola, la si percorre sino ad incontrare la strada provinciale. Si continua in basso su questa stradina asfaltata poco utilizzata per indirizzarsi verso la stazione FS di Roccaravindola bassa e pi continuare verso la Taverna sulla SS 158.
Roccaravindola bassa-S. Eusanio
Uscendo dall’agglomerato di edifici, si imbocca e si percorre per qualche centinaio di metri la sede ormai poco utilizzata della SS 85 sino al “Ponte 25 archi“ che scavalca l’ampio greto del fiume Volturno. Dal lato opposto del ponte, attualmente si gira sulla sinistra con un breve tratto, circa 300 metri, a lato della SS85 e poi ancora sulla sinistra (Via S. Eusanio) per superare la ferrovia e giungere a S. Eusanio, frazione in basso di Monteroduni, nei pressi della cantina-oleificio del principe Pignatelli. Per chi volesse usufruire di un punto di sosta , si continua sulla stessa strada, sino allo svincolo di S. Nazzario della strada statale, e voltando sulla destra, si raggiunge dopo un centinaio di metri la bella area attrezzata con laghetto e servizi turistico-ricettivi.
Eusanio-Macchia di Isernia
Uscendo invece dall’abitato in direzione di Isernia, girando sulla sinistra, percorrendo via Guado S. Nicola si giunge ad un crocevia di numerose stradine dove si imbocca quella sulla destra e dopo qualche decina di metri ancora a destra; poi al primo incrocio con la viabilità si gira sulla sinistra e dopo qualche decina di metri sulla sinistra si continua tralasciando il primo incrocio sulla destra e imboccando il secondo sempre sulla destra che supera il fiume Lorda con un ponticello. Al di là si prosegue dritto passando la strettoia fra due caseggiati, si continua sino al primo gruppo di case e poi poco prima del secondo gruppo si gira sulla destra. Dopo più di cento metri la stradina fa un gomito a 90 gradi verso destra e superato con un ponticello il vallone si prosegue sino ad incontrare un bivio sulla sinistra da tralasciare, si continua sulla destra sino ad incontrare l’abbandonato tracciato della SS e qui girare sulla sinistra per giungere all’abitato di Macchia di Isernia costeggiando, da posizione sopraelevata, sulla destra la SS Venafrana e la pineta sulla sinistra. Dal centro abitato, al bivio, con una croce in ferro, per la piazzetta antistante il bel palazzo baronale, si continua dritti in discesa sino al ponte sul fiume Cavaliere ove si incontra il percorso S. Biagio Saracinisco-Isernia a cui si fa riferimento per la descrizione.
Macchia di Isernia-Isernia
Al di sotto di Macchia di Isernia, superando il ponte sul fiume Cavaliere si prende sulla sinistra la stradina interpoderale, segue un altro lungo tratto pianeggiante in un territtorio caratterizzato da un paesaggio rurale decoroso con campi coltivati e irrigati, che attraversa, nei pressi di Isernia, la zona archeologica de La Quadrella, interessante ma non riconoscibile, ricca di reperti di epoca romana custoditi nel museo di Isernia. L’ultimo tratto costeggia i piloni dello svincolo aereo della superstrada, sino ad incrociare la SS. in corrispondenza dei resti del ponte di epoca romana Giancanese, si gira sulla destra, si supera il fiume Sordo all’incrocio con il fiume Cavaliere, si percorrono meno di centro metri e poi sulla sinistra la ripida salita di S. Ippolito, si supera, sempre sulla destra prima la antica taverna Rufo, poi l’ex lanificio Mancini e l’ospedale Veneziale, ci si immette nel lungo percorso cittadino di corso Marcelli che attraversa l’intero centro storico sino alla piazza della Cattedrale e prosegue sino alla Villa Comunale al Monumento dei Caduti, ed oltre con Corso Garibaldi sino alla stazione ferroviaria.
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Tappa 3: Isernia - Castelpetroso (Santuario Madonna dell’Addolorata)
Isernia-Pettoranello di Molise
Dalla piazza fra il Monumento ai caduti e la villa comunale, passando a lato del palazzo di giustizia si prosegue in direzione del cimitero di Isernia, si supera il fiume Carpino con il ponticello ad arco unico posto sul tracciato che conduce all’ingresso del cimitero ,passando sotto il viaddotto della ferrovia, lo si costeggia sino alla grande rotatoria, in corrispondenza del cavalcavia, che supera la SS Venafro-Campobasso, e di un area attrezzata per parcheggio e punto di raccolta in caso di calamità naturale.
Per visitare il museo si tralascia la rotatoria e sempre in direzione della cinta cimiteriale, superando il basso arco del viadotto ferroviario si giunge dopo un centinaio di metri al museo del Paleolotico di Isernia che accoglie il paleo- suolo del ritrovamento deLa Pineta di Isernia.
Alla rotatoria superando il cavalcavia della SS si imbocca sulla sinistra la stradina indicata da un cartello stradale con la scritta “Vallesoda”, tralasciandoquindi sulla destra la viabilità per la Caserma dei Vigili del Fuoco, e oltrepassato il passaggio a livello, si prosegue sempre dritto costeggiando la pineta e superando il gruppo di casolari di Vallesoda (quota 555 m slm), appare Pettoranello del Molise (quota 755 m slm ) che si raggiunge non perdendolo di vista. L’ultimo tratto è in costante salita sino alla piazzetta con la chiesa, municipio e bar.
Pettoranello di Molise-Santuario Madonna Addolorata ( Castelpetroso)
Dalla piazza del paese, con il palazzo baronale sul lato opposto della chiesa, si scende per la strada carrabile verso il cimitero (più in basso il campo sportivo con area attrezzata e fontanile) e dopo un centinaio di metri, in prossimità del monumento a Padre Pio, si gira sulla destra e si prende la stradina, per un breve tratto asfaltata, sino ad un bivio; si prosegue e la lunga stradina inizia a salire completamente nel bosco con viste panoramiche verso la vallata di Isernia e le Mainarde. Tralasciando incroci si giunge ove si incrocia la stradina di servizio che sulla destra porta alla cima di monte Patalecchia e sulla sinistra al santuario di S. Maria Addolorata di Castelpetroso, già visibile poco dopo.

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Tappa 4: Castelpetroso - Cantalupo nel Sannio
Santuario dell’Addolorata (Castelpetroso)-Indiprete (Castelpetroso)
La strada prende il via alla base della grande scalinata panoramica antistante l’ingresso del santuario dell’Addolorata di Castelpetroso. Lasciando la chiesa alle spalle, si prosegue lungo la strada asfaltata di via Santuario in direzione della SS17. Prima di giungere allo svincolo con la statale, il percorso svolta a destra su una piccola rampa, in leggera salita, lungo una strada sbrecciata che, dopo poche decine di metri, mantenendo la sinistra, si trasforma in una mulattiera in terra battuta. La rotta è quella del Tratturo “Pescasseroli-Candela” nonché del metanodotto, chiaramente visibile da una fila continua di pali segnalatori. Si prosegue sempre dritto lungo la traccia principale fino ad incrociare una strada asfaltata secondaria. La rotta svolta bruscamente a sinistra scendendo in direzione Indiprete nei pressi della piccola chiesa di Santa Maria della Libera.
Indiprete-loc. Sant’Eramo (Cantalupo)
Dal piccolo agglomerato urbano di Indiprete, adiacente la SS17, il percorso prosegue costeggiando la destra del piccolo torrente Borrello per circa 1,5 km. Il fondo è inizialmente in breccia per poi trasformarsi in terra battuta fino in prossimità del sottopasso della statale con attraversamento di un piccolo ruscello. La strada del cammino lascia temporaneamente la rotta del Tratturo della transumanza e comincia la sua salita verso la fine della tappa 1, il borgo di Cantalupo nel Sannio. Superato l’attraversamento della SS un breve tratto di strada asfaltata accompagna fino all’imbocco dello sterrato a sinistra. E’ un susseguirsi di piccole valli con continui sali-scendi, si attraversano 2 affluenti del torrente principale e si comincia la salita panoramica verso la località Sant’Eramo.
loc. Sant’Eramo (Cantalupo)-Cantalupo nel Sannio
Quest’ultimo tratto del cammino, che accompagna alla fine di questa tappa, comincia con una comoda strada secondaria che serpeggia attraverso numerose contrade e frazioni appartenenti a Cantalupo nel Sannio. Il fondo è prevalentemente asfaltato, eccezion fatta per l’ultima tratta prima dell’accesso al paese che avviene attraverso un antico ingresso dal versante della montagna. Seguire la segnaletica del cammino.

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Tappa 5: Cantalupo nel Sannio - San Massimo
Cantalupo nel Sannio-loc. Forche Vecchie (San Massimo)
Si continua il cammino prendendo la direzione che dal centro del paese scende verso la SS17. Dopo poche decine di metri in discesa dal centro, lungo la strada principale, ben visibile sulla destra una lunga scalinata in salita ci riporta sulle tracce del percorso. Si esce dal centro urbano e si comincia a percorrere asfalti secondari in discesa diretti al Tratturo nella sottostante piana di Bojano. Raggiunta la piana, l’asfalto lascia il posto ad una mulattiera sulla sinistra, il Tratturo. Riparati dall’ombra degli alberi, che ne delimitano la traccia, si percorre poco più di un chilometro per arrivare alla fine di questa tappa parziale che segna l’uscita dalla via della transumanza e la salita a mezza costa verso San Massimo.
loc. Forche Vecchie (San Massimo)-San Massimo
Lasciata la mulattiera in piano sul Tratturo, la traccia svolta bruscamente a destra e comincia la leggera, ma costante, salita in direzione del borgo arroccato di San Massimo. Il fondo stradale e asfaltato e si snoda tra abitazioni di borgate che anticipano l’agglomerato principale. Attenzione, prima dell’ingresso in paese attraversamento di strada statale a scorrimento veloce, a seguire ripida salita di ingresso al borgo.

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Tappa 6: San Massimo - Bojano
San Massimo-Castellone
Dalla piazza principale del paese, in direzione sud, si risale lungo il vicolo principale che lascia la chiesa madre sulla destra. Una volta uscito dall’agglomerato di case del borgo, il percorso diventa in ripida salita per circa 400 mt con fondo in cemento ed a tratti in ciottoli. Alla fine della salita il cammino prosegue sulla sinistra in leggero falso piano ed esce definitivamente dalle abitazioni circostanti per proseguire su di una comoda strada bianca tra le montagne. Superato il tratto pianeggiante, prima che cominci la discesa, la traccia svolta a destra di 90 gradi lasciando la comoda strada bianca per inerpicarsi in direzione della montagna. Circa 400 mt di salita portano ad attraversare un piccolo canalone sulla sinistra per poi ridiscendere lungo una mulattiera ben visibile. La rotta è verso la piana, inizialmente la discesa e disconnessa trasformandosi, nel tratto pianeggiante, in una comoda strada bianca che termina ad un incrocio asfaltato. Si continua svoltando a destra in discesa raggiungendo l’agglomerato di “masserie Ciccagne”, si lascia di nuovo l’asfalto e si prosegue dritto attraverso le diroccate abitazioni, qualche centinaio di metri e si incrocia di nuovo la strada asfaltata che raggiunge, sulla destra, la fine di questa tappa parziale, la chiesa di Madonna della Libera.
loc. Castellone-Bojano
A questo punto il percorso sente l’influenza della vicina cittadina di Bojano, la periferia è un continuo susseguirsi di case. Lasciato alle spalle l’ingresso della chiesa, si prosegue in direzione sud-est superando un piccolo ponte e svoltando successivamente a sinistra. Poche decine di metri ed al cartello STOP si raggiunge una strada a scorrimento veloce, svoltando a sinistra si passa di nuovo su di un ponte subito dopo il quale la strada del cammino gira di 90 gradi a destra su una sbrecciata. Poche decine di metri e si scavalca un nuovo ponte, svolta destra e poi si segue il percorso principale che accompagna fino al centro della cittadina di Bojano.

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Tappa 7: Bojano - Campochiaro
Bojano-San Michele (San Polo Matese)
Direzione sud-est, sulle orme del Tratturo, il cammino riprende pianeggiante e su strada asfaltata. Subito fuori l’abitato principale si supera il piccolo invaso scaturito dalle sorgenti di Pietre Cadute, si prosegue su asfalto mantenendo la sinistra e attraversando il passaggio a livello. Subito dopo i binari si svolta a destra percorrendo l’asfalto parallelo alla linea ferroviaria fino ad imboccare, sulla stessa rotta, la strada in erba. Poche centinaia di metri e si svolta nel sottopasso ferroviario per poi proseguire fino alla strada asfaltata. Svolta a sinistra e il percorso costeggia la strada principale fino a raggiungere una traversa poco visibile sulla destra che su asfalto in leggera salita termina davanti l’ingresso della chiesa di San Michele a San Polo Matese.
San Michele (San Polo Matese)-Campochiaro
Incamminandosi in direzione sud-est, con la chiesa di San Michele alle spalle, si attraversa la strada che collega il borgo di San Polo Matese e si scende lungo una stretta strada asfaltata che conduce in un susseguirsi di piccole valli. Al primo incrocio si risale a destra e, dopo circa un centinaio di metri, si svolta a sinistra per seguire una stretta stradina asfaltata che a breve si trasforma in una mulattiera lungo una condotta interrata identificabile dal susseguirsi dei pozzetti. La mulattiera, lungo la condotta, scende nella piccola valle denominata “Fosso del Perito” per poi risalire e svoltare a destra su di una stretta strada asfaltata che conduce al paese di Campochiaro. Raggiunte le pendici del borgo, il percorso svolta a destra in una strada sbrecciata poco visibile. La traccia costeggia il paese che sovrasta sulla sinistra e lo aggira guadagnando il suo ingresso nella parte più alta.

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Tappa 8: Campochiaro - Guardiaregia
Campochiaro-loc. Fonte Litania
Dalla piazza centrale del paese il percorso scende per poche decine di metri ed imbocca una lunga scalinata, a seguire si svolta a destra alla farmacia e si prosegue lungo la via principale fino ad uscire dal nucleo urbano. Al successivo incrocio si segue il cartello che indica “Oasi WWF”, subito dopo si intercettata una antica fontana superata la quale si svolta di 90 gradi a destra sul percorso segnalato CAI. Un percorso di circa 1 km tra i boschi di latifoglie accompagna fino al recinto dell’area faunistica del WWF, lo costeggia svoltando a destra ed arriva in prossimità di Fonte Litania, fine di questa tappa parziale.
loc. Fonte Litania-Guardiaregia
Sempre immerso nell’ombra dei fitti boschi di “Defenza delle Castagne”, il cammino costeggia la montagna fino ad intravedere in lontananza il borgo arroccato di Guardiaregia. Poco meno di un chilometro e la strada mulattiera incrocia, in prossimità di una fonte, una strada secondaria asfaltata, svolta a destra lungo l’asfalto per costeggiare ripide pareti della montagna e scavalcare “l’Orrido” scavato dal sottostante fiume Quirino. Superato l’imbocco per la piccola chiesa di Santa Maria della Neve, si prosegue dritto lasciando l’asfalto e cominciando una ripida mulattiera che conduce fino nel centro storico dell’arroccata Guardiaregia.

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Tappa 9: Guardiaregia - Altilia
Guardiaregia-loc. Pagliarone (Tratturo)
Il cammino prosegue uscendo dal paese in direzione valle lungo la strada di collegamento principale. Seguendo le indicazioni del cammino, si svolta a destra poco prima di raggiungere due palazzine di edilizia popolare. Percorrendo stradine asfaltate secondarie in falso piano, si affrontano diversi incroci che indirizzano ad una antica pista mulattiera che scende ripidamente nella sottostante piana fino ad incrociare la via della transumanza. A questo punto la rotta cambia di 90 gradi e svolta a destra lasciando l’asfalto.
loc. Pagliarone (Tratturo)-Altilia (Sepino)
Sempre dritto attraverso dolci salite e discese attraversando piccoli torrenti, mulattiere, fontane, campi coltivati. L’arrivo ad Altilia non passa inosservato, un’imponente porta di ingresso alla città accoglie i visitatori. Il percorso attraversa tutto il sito archeologico uscendone dal versante opposto proseguendo la sua rotta lungo il tratturo per poche centinaia di metri.

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Tappa 10: Altilia - San Giuliano del Sannio
Altilia-San Giuliano del Sannio
Questa tappa prende il via dal Tratturo in località “Ponte di Tavole” e attraversa la valle del fiume Tammaro lasciandosi alle sue spalle il “Pescasseroli-Candela” e l’enorme mole del Massiccio del Matese. Per il 90% il percorso è in piano su comode strade asfaltate secondarie.
Svoltando ad angolo retto dal Tratturo, direzione nord, si prosegue lungo una stretta e rettilinea stradina di asfalto in direzione San Giuliano del Sannio. Per qualche chilometro la tratta è pianeggiante fino all’imbocco in piena curva della mulattiera che comincia la salita in direzione del paese.
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Tappa 11: San Giuliano del Sannio - Cercepiccola
San Giuliano del Sannio-Cercepiccola
Il Matese è oramai dall’altra parte della valle, il panorama lungo il percorso regala stupende occasioni fotografiche. Il percorso e prevalentemente pianeggiante su fondo in asfalto.
Si risale dalla piazza in direzione nord-est per svoltare alla prima traversa a destra. Seguendo le indicazioni del cammino si superano alcuni incroci in direzione Cercepiccola. Circa un chilometro di percorso in falso piano direzione est ed il tracciato svolta bruscamente a sinistra lunga una leggera ma costante salita fino a giungere all’area attrezzata “Oasi di San Francesco”. Si entra nell’oasi seguendo l’unico percorso che scende verso l’area attrezzata, si oltrepassa la passerella in legno sul torrente e si risale lungo il sentiero che accompagna sin dentro il “cuore” del piccolo e curato borgo di Cercepiccola.
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Tappa 12: Cercepiccola - Cercemaggiore
Cercepiccola-Cercemaggiore
La traccia taglia in due il piccolo borgo di Cercepiccola uscendo dal lato opposto all’ingresso direzione est. Una breve discesa e due tornanti portano a quota di strada in direzione Cercemaggiore. Si tratta di una strada asfaltata secondaria con numerosi casali lungo il tracciato. A pochi chilometri alla fine della tappa, dopo il superamento di un piccolo ponte in piena curva a destra, si lascia l’asfalto e si prosegue in salita lungo una mulattiera. Qualche centinaio di metri e la mulattiera torna ad essere una piccola strada comunale asfaltata che di lì a poco raggiunge l’ultima tappa di questo cammino, il Santuario di Santa Maria della Libera di Cercemaggiore.
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