Presepe Rogati e Museo di Paleontologia

Il Presepe Rogati è un’opera di altissima qualità, ricca di dettagli immersi in un’ambientazione palestinese ed orientale, con cammelli, dromedari, danzatrici, pastori e delicate quinte sceniche. In particolare quattro personaggi ritraggono in modo realistico i volti della famiglia Rogati, secondo una particolare collocazione. Le altre sale del museo ospitano fotografie e memorie locali – sezione antropologica, oltre ad una importante ala, riservata alla Zampogna e alla sua tradizione, tipica del territorio di San Polo Matese. Da ultimo, ma non per ordine di importanza, il Palazzo Rogati, ospita una rara e vasta collezione di cimeli paleontologici. I fossili sono infatti l'altra grande attrazione di San Polo, che rilanciano la piccola località a livello internazionale per la qualità dei reperti rinvenuti. Fiore all'occhiello della collezione sono le rudiste, particolare mollusco di aspetto coralloide che ha una valva particolarmente sviluppata e articolata. Le rudiste potevano raggiungere dimensioni ragguardevoli, vicine al metro, e dimoravano presso scogliere al cui sviluppo contribuivano anche loro, vivendo saldamente attaccate alla roccia. Le singolari forme di questi esseri viventi, particolarmente frequenti nelle rocce calcaree di San Polo, hanno creato ai paleontologi non poche difficoltà di classificazione, essendo ad oggi specie estinte. La gente del posto le soprannominava “corni” essendo emblematica la loro somiglianza a questi ultimi. Le rudiste furono notate già agli inizi del '900 e quando le strade del paese non erano ancora selciate le si poteva raccogliere anche nelle vie del borgo . Queste antichissime testimonianze di vita ci riportano indietro sino al Cretaceo, tra i 63 e i 135 milioni di anni, in piena “epoca dei dinosauri”. In linea d'aria infatti non è molto distante la nota località campana di Pietraroia, ove non molto tempo fa venne ritrovato “Ciro”, uno dei dinosauri meglio conservati al mondo e apparso sulle copertine delle più importanti riviste scientifiche internazionali. Le impervie e dirupate montagne del Matese sono infatti costituite da antichi sedimenti di piattaforma carbonatica, un tempo luoghi caldi e pullulanti di vita, mentre ora rocce localizzate a elevate quote che l'azione meteorica ha trasformato in montagne inaccessibili. Queste particolari forme del territorio, unitamente alla presenza di vaste e folte macchie boscose ha fortemente condizionato la storia locale, caratterizzata tra la fine del XVIII sec e il XIX dal brigantaggio, che anche nel territorio di San Polo Matese, ha trovato validi rifugi tra i più remoti recessi della natura circostante.