Riserva Naturale Orientata di Pesche

La Riserva Naturale Orientata di Pesche si caratterizza per il sistema montuoso, la flora (faggi, querce e altre circa quaranta specie diverse di piante), la fauna (una vasta varietà di uccelli tra cui tordi, merli, colombacci, poiane, gufi, ecc…; mammiferi quali lepri, volpi, scoiattoli, ecc…; anfibi e rettili) e per gli innumerevoli itinerari che è possibile seguire.E' stata comunque la prima realizzata non solo su terreni demaniali ma anche comunali, di Enti ecclesiastici e di privati. Occupa complessivamente una superficie di 552 ettari, ed è caratterizzata da superfici boscate e da radure, in un territorio compreso tra la periferia del centro abitato di Pesche e le pendici del Monte Totila. Tale posizione geografica comporta una notevole diversità di ambienti alla quale corrisponde un elevato livello di diversità biologica. Le caratteristiche botaniche, più che quelle faunistiche, sono la componente che caratterizza tutta l'area. La vicinanza all'abitato di Pesche è un'altra delle peculiarità della Riserva. L'uomo è presente nella Riserva ovunque: sono infatti ancora evidenti le tracce della sua fruizione, anche se ha smesso di utilizzare la montagna da molto tempo. Per questo motivo, Pesche e la sua Riserva potranno diventare un Centro studi e ricerche non solamente finalizzato al riconoscimento della dinamica delle popolazioni naturali, ma anche allo studio della storia e dello sviluppo socio-economico delle popolazioni umane. Infatti, il territorio del Comune di Pesche, oltre ad avere particolari caratteristiche geomorfologiche e naturalistiche, presenta un notevole valore paesaggistico, sia nell'impianto urbano sia nel contesto naturale nel quale è inserito. Nell'ottobre del 1996, infatti, il territorio comunale è stato oggetto di un altro importante provvedimento legislativo: il Decreto del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali n.17/96, che ha dichiarato l'intero territorio del Comune di Pesche di notevole interesse pubblico, ai sensi della legge n. 1497 del 1939, in materia di protezione delle bellezze naturali. La fauna della Riserva è costituita dalle più comuni specie degli ambienti appenninici (volpi, tassi, donnole, faine, puzzole, ghiri, scoiattoli, ricci, cinghiali di passo), ad esclusione dei grandi mammiferi ormai scomparsi e considerati solo frequentatori occasionali. Anche il più elusivo gatto selvatico, la cui presenza non può essere esclusa con certezza, risulta comunque avvistato fino agli anni '70. Tra gli uccelli sono presenti tordi, merli, colombacci, ghiandaie, taccole, cornacchie, quaglie e rapaci, come la poiana, il falchetto, il gufo, il barbagianni, la civetta ecc. Le ricerche effettuate nell'area, ancora poche per la verità , hanno consentito l'individuazione anche di una popolazione di tritoni crestati nelle acque di Fonte Maiuri: la presenza di tale anfibio, frequente nel Molise, testimonia la qualità che gli ambienti della Riserva ancora conservano. Tra i rettili sono presenti la biscia e la vipera. Nell'area è naturalmente vietata la caccia. Il soprassuolo è costituito da associazioni vegetali di latifoglie, che occupano tutti i settori della riserva e da resinose, come il pino nero e il pino domestico. Il suolo della riserva è una sintesi di tutti i suoli del Pianeta Terra, tanto che, in pochi metri quadrati, vivono tra le 40 e le 60 specie di piante: faggi, roverelle, cerri, presenti nella fascia collinare e sub-montana e ancora frassini, ginepri, aceri, carpinelle ecc. La gestione di carattere prettamente naturalistico intende ripristinare la biocenosi, turbata da rimboschimenti originari a prevalenza di leccio. E' in fase di studio un programma di raccolta di esemplari di flora e fauna caratterizzanti l'area protetta. E' previsto, inoltre, un programma di valorizzazione naturalistica e di studi integrati della zona protetta, perché vi sono essenze di alto pregio come il tasso ( un tempo esisteva un bosco di alto fusto, molto raro, andato distrutto durante un incendio nel '700) e le orchidee. Uno studio della Comunità Montana "Centro Pentria" di Isernia prevede, per scopi scientifico-didattici, specifici percorsi per ammirare le orchidee: una meraviglia della natura per varietà e quantità. L'attuale gestione dei boschi comunali ha in programma il ripristino dell'originario soprassuolo di leccio, che fu sostituito, dalla fine anni '30 in poi, dal pino domestico, specie decisamente esotica. La Riserva è situata in provincia di Isernia, da quota m 640 a m 1130 s.l.m., e dista km 180 da Roma e 125 da Napoli.