Convento Francescano Gesù e Maria

A circa due km ad est da San Martino sorge un antico convento "Gesù e Maria" eretto nel 1490 sotto il pontificato di Innocenzo VIII e il dominio di Federico III d’Occidente e della provincia monastica di San'Angelo. Inizialmente la cura e le spese del convento erano state affidate al sammartinese Marino Da Rita, il quale, morto prematuramente, non poté ultimare l'opera, costruita probabilmente in onore del fratello Padre Pietro da San Martino. I lavori proseguirono grazie alla benevolenza di Vincenzo Ferdinando De Capua, duchi di Termoli, i quali, nel 1590 conclusero l'opera, dopo la facoltà ottenuta dal vescovo di Larino Giacomo dei Petrucci dei Frati Minori. Il convento venne successivamente abitato da una comunità composta da quattordici frati francescani. La struttura del convento presenta una chiesa con un chiostro di notevoli dimensioni e un campanile; all'interno della stessa struttura troviamo un pozzo, risalente ad un periodo più antico. Nel corso del tempo il convento subì restauri e ampliamenti conservando sempre la sua struttura originaria; la caratteristica di questo convento è che fu una "casa di ritiro". I frati che vivevano al suo interno osservavano norme di vita religiosa molto rigide; vi erano anche degli statuti speciali a partire dal 1523 secondo i quali bisognava recitare il Divino Ufficio varie volte durante l'arco della giornata fino a mezzanotte, dovevano meditare almeno due ore al giorno, silenzio quasi perpetuo, austera povertà, e potevano chiedere l'elemosina solo per i beni di prima necessità e mai accettare del denaro. Era vietato ogni ornamento o suppellettile se non fossero strettamente necessari; inoltre dormivano usando una coperta e un pagliericcio che fungeva da cuscino e infine era permesso loro di tenere un Crocifisso, una piletta per l'acqua santa e qualche libro spirituale. Tra le penitenze più estreme vi era quella di tenere un bastoncino in bocca, posto tra le labbra, oppure giacere a terra davanti al portone di ingresso e fare da tappeto agli altri frati passandogli sopra. Una volta alla settimana era concesso loro di fare una passeggiata e come uniche attività concesse oltre al Ministero vi era il lavoro nei campi e nell'orto. Nel 1640 il convento a seguito di una forte tempesta si deteriorò e crollò in gran parte ma grazie all'elemosina dei fedeli venne ricostruito. Fra gli ordini religiosi che si alternarono nel convento vi fu quello dei Minori Osservanti. A livello artistico-architettonico il chiostro del convento era stato intarsiato con affreschi e pittura ispirate alla vita di San Francesco, realizzate da Pietro Pomella originario di San Marco in Lamis. Dopo varie vicissitudini il convento fu abbandonato definitivamente dai frati celestini, i quali furono gli ultimi ad abitarlo tra il 1936 ed 1938. Chiesa descritta nel 1905 da Padre Ludovico presentava inizialmente due navate con più altari; l'altra navata laterale ospitava tre cappelle corrispondenti alle tre arcate dove sono ubicati gli attuali altari. In seguito sarà ridotto ad un'unica navata; per quanto concerne il soffitto fu realizzato in oro zecchino con cornicioni dorati, ma durante la ristrutturazione si è preferito utilizzare del materiale moderno ossia delle capriate in legno. Interessante l'affresco sulla parete vicino l'ingresso laterale del chiostro che tutt'ora è visibile che probabilmente, ritrae la Carrese in onore di San Leo: si tratta di due carri trainati da una coppia di buoi. Sul lato destro leggermente alto si può scorgere una cupola che raffigurerebbe la Chiesa di Larino e infine sullo sfondo un bosco molto fitto che è stato identificato come bosco di Ramitelli nel comune di Campomarino, luogo da dove ancor oggi avviene la partenza della corsa dei carri. Altro affresco interessante, quello dell'Ultima Cena , lo troviamo nel refettorio. Questo affresco, così come quelli presenti in chiesa sono stati realizzati da Donato da Copertino. Oggigiorno il convento "Gesù e Maria" non verte più in uno stato di abbandono, ma si presenta come una struttura rinata che esprime ancora le sue peculiarità architettoniche, riaffermandosi sul territorio di San Martino in Pensilis come parte preminente e atta a ricoprire nuovamente la stessa importanza avuta in passato. Esso è dichiarato di notevole interesse dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con decreto n. 7 del 23 maggio 2011 del Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Molise e sottoposto a tutela quale monumento nazionale, secondo le disposizioni di cui al decreto legislativo n.42 gennaio 2004 (codice dei beni culturali).